sabato 7 maggio 2011

QUANDO LO STATO NON E' IN GRADO DI RISPONDERE 1

Dal Discorso di Ciampi a Siracusa il 12 gennaio 2006.
Rinnovo a tutti voi quelle esortazioni; ben sapendo che la concertazione fra tutte le istituzioni e tutte le forze sociali ed economiche impegnate in progetti di sviluppo non è cosa semplice. Occorre fare scelte difficili, e avere il coraggio di farle, soppesandone i costi e i benefici. Ma soprattutto occorre essere convinti della utilità, della necessità del "dialogo", ed avere la forza, l'umiltà, la pazienza di praticarlo.
Bisogna conciliare, nel rispetto delle vocazioni naturali del territorio, opinioni, progetti, esigenze tra loro talvolta contrastanti: come quelle fra lo sviluppo industriale e la protezione, anch'essa necessaria ed anzi prioritaria, dell'ambiente e della salute dei cittadini. A riparare i danni e il degrado derivanti da incurie del passato bisogna provvedere con alto senso di responsabilità.
Ma nessuna provincia o regione, e certo non la provincia di Siracusa, con il suo ancor valido polo petrolchimico, può ignorare l'importanza dell'industria, e le ricadute positive che le grandi imprese hanno avuto ed hanno su tutto il tessuto produttivo ed economico del territorio.
E non hanno certo importanza secondaria agricoltura e turismo. E' giusto indirizzare sempre più l'agricoltura verso produzioni di alta qualità: è quello che, del resto, già si sta facendo, come ho potuto constatare in tutte le mie visite alle province siciliane.

QUANDO LO STATO NON E' IN GRADO DI RISPONDERE 2

Egregio presidente,
sono ancora in attesa di una sua risposta in relazione alla sua annunciata visita in provincia di Siracusa.
Noi, intanto, ad Augusta, stiamo continuando a sottoscrivere la petizione popolare il cui testo le è già stato inviato per conoscenza. (Colgo anche l’occasione per ricordare a chi prima di lei leggerà questa lettera, che ha il dovere civico e morale di informare il presidente della Repubblica del contenuto di questa lettera e delle altre che seguiranno).
I mezzi d’informazione hanno dato risalto alla sua cittadinanza onoraria di Roma, e lei ha detto che
"Essere nati e vivere in Italia è un dono: a Roma, è un privilegio".
Certo non tutti abbiamo tali privilegi. E, forse, essere nati e vivere ad Augusta è una “disgrazia”.
Ho sentito oggi sul TG3 regionale della Sicilia le sue parole riguardanti la Sicilia tratte da una recente intervista da lei rilasciata.
Lei ha fatto riferimento alle tante culture e ai tanti popoli che si sono avvicendati in Sicilia:
Greci, Romani, Arabi, Normanni, …..
Per averlo detto Lei subito si sono mosse telecamere e giornalisti …..
Per averlo chiesto io, attendo ancora la risposta. Si vede che “non abbiamo santi in paradiso”, come anche sono lontane le istituzioni.
Le invio un mio scritto inviato alle testate giornalistiche lo scorso mese di luglio …. ed una lettera inviata alla trasmissione Ballarò rimasta anch’essa senza risposta, perché la televisione è solo per i “grandi”. Per i “piccoli” la televisione serve solo per pagare il canone e per vedere solo ciò che vogliono farci vedere.
Insisterò nello scriverle fino a quando mi darà risposta, nonostante il filtro delle sue segreterie.


A TUTTI GLI ORGANI DI INFORMAZIONE NAZIONALI DELLA STAMPA E DELLA TV
“CERCASI GIORNALISTI CORAGGIOSI”
TROVEREMO MAI UNA TESTATA GIORNALISTICA DISPOSTA AD AFFRONTARE CON IMPARZIALITÀ, COMPETENZA, SERIETÀ ED ONESTÀ PROFESSIONALE (=CORAGGIO) LA TRAGEDIA DI AUGUSTA?
OPPURE QUESTA TRAGEDIA SI DEVE CONSUMARE ANCORA NEL SILENZIO PER NON TURBARE IL “BENESSERE” DELL’INTERA ITALIA?

IL PASSATO:
La Sicilia orientale: Messina, Taormina, Catania, Siracusa, Noto …..
Chi non conosce oggi queste località per quello che conservano livello di storia, arte, cultura e ambiente?
Fenici, Greci, Cartaginesi, Romani nell’antichità. E poi Bizantini, Arabi, Normanni, Svevi, Francesi, Spagnoli, ecc, e ….. infine …. gli Italiani.
Tra Catania e Siracusa, al centro della Sicilia orientale è collocata la meno rinomata AUGUSTA, città che ospita il più grande porto naturale d’Italia. Perfino il grande Federico II ne notò la posizione strategica e vi costruì un grande castello, preconizzando nello stemma di Augusta, che la sua ricchezza sarebbe venuta dal mare. Nello stemma della città, ancor oggi, si può notare l’aquila sveva che, con i suoi artigli, afferra le monete d’oro che affiorano dal mare di Augusta. Non immaginava certamente Federico II che lì, un giorno, sarebbe nato il più grande polo petrolchimico d’Europa. Dal porto di Augusta salpò la flotta che nel 1571 a Lepanto distrusse la flotta turca che minacciava l’Europa.
Attorno al porto di Augusta un’immensa zona archeologica della “Magna Grecia” con punto centrale l’antichissima MEGARA HYBLAEA, città dell’ottavo secolo a. C., fiorentissima colonia greca quasi coeva di Siracusa e Roma, (e madre di Selinunte nella Sicilia occidentale), distrutta dal console romano Marcello nel 214 a. C., nella guerra contro Siracusa (quando venne ucciso il grande Archimede). Nell’entroterra di Augusta troviamo la valle dell’Anapo, con la celebre necropoli di Pantalica, 5000 grotte scavate nella roccia, prima ancora della conquista greca.
Senza dimenticare la valle del Mulinello, con i suoi insediamenti rupestri preistorici e le catacombe cristiane.
E lì vicino, l’ISOLA DI THAPSOS, con il suo mare, i suoi resti preistorici e greci, vicino all’attuale Priolo.
Una zona che, come la vicina Siracusa, fin dal XIX sec., ha riservato grandi sorprese ad ogni metro quadrato scavato dagli archeologi. Un museo ancora in gran parte sotterraneo o “sotterrato” – nel vero senso della parola – dalle cattedrali d’acciaio delle grandi multinazionali.
Mosaici, mura, necropoli, insediamenti umani che nell’ambito di uno sviluppo turistico avrebbero senz’altro costituito una grande attrazione ed una risorsa lavorativa pulita.
Uno mare splendido e pieno di vita, cantato come un “paradiso” nella novella “La sirena Lighea” da Giuseppe Tomasi di Lampedusa (a cui il Comune di Augusta – speriamo per dimenticanza e non per ignoranza - non ha saputo dedicare neanche una sola stradina).
Un territorio ricco di fiumi e di acqua, un entroterra fertilissimo che spandeva solo profumi ……..
Dopo l’unità d’Italia divenne sede di un porto militare, portando tra la popolazione il rischio della guerra.

IL PRESENTE:
Poi un giorno …… decisero:
Che luogo meraviglioso, ricco di acqua, di storia, di arte, di cultura, …..
Seppelliamolo, tanto ancora non esiste la Sovrintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali. Facciamone un polo industriale. Era l’anno 1949.
Nacque la prima raffineria, la RASIOM di Angelo Moratti. E poi, una dopo l’altra, raffinerie …. e ancora raffinerie, centrali elettriche e …… centrali elettriche, e impianti chimici e petrolchimici ..….. per produrre “ricchezza e benessere” in quantità.
E la gente, trovò lavoro, tanto lavoro …... Ma anche le malattie del progresso, sperimentò perfino la morte di lavoro e per il lavoro.
Oggi sono ben 18 gli insediamenti produttivi di “ricchezza”, ma anche di sofferenza e di morte.
Anche i bambini di Augusta sperimentarono il “progresso” fin dal grembo materno: come già anche i pesci, i crostacei e i molluschi del mare avvelenato dal cosiddetto progresso.
Cominciarono a nascere deformi, come quelli di Minamata, cominciarono ad aggiungere la loro sofferenza a quella degli uomini e a quella del territorio …...

OGGI:
Visto che la Sovrintendenza continua a volte a non esserci e talvolta per interessata convenienza ad essere miope o presbite e gli amministratori illusi o collusi e che Augusta è già un luogo inquinato, visto che la gente è già stata sottomessa dalla paura e dal ricatto occupazionale, forse per “risparmiare” altri luoghi ancora incontaminati, perché non aggiungervi tutto quello che gli altri non vogliono?
E così Augusta, dovrebbe accettare, spacciandola come un’altra manna(ia) che cade dall’alto, un’altra serie di attività produttrici di tale “lavoro e benessere”:

1. UN TERMOVALORIZZATORE per lo smaltimento dei rifiuti di Catania e delle province di Siracusa, Enna e Ragusa,
2. una centrale a carbone;
3. un inceneritore per copertoni di auto;
4. un inceneritore per il trattamento di “biomasse”;
5. una piattaforma polifunzionale (discarica ed inceneritore per rifiuti industriali);
6. un impianto di rigassificazione di GNL (già rifiutato da Brindisi)
7. potenziamento dell’inceneritore portuale per il trattamento da 15.000 a 60.000 T/a di rifiuti pericolosi.

Tanto, in una zona come Augusta, dove oggi un abitante su tre muore di cancro, a chi volete che interessi qualche altro malato o qualche altro morto in più di cancro ogni anno?
A chi volete che importi se tutto questo si trova su una delle zone più sismiche dell’Italia e del Mediterraneo?
A chi volete che interessi se questo angolo sperduto della Sicilia orientale è il maggiore “concentrato di rischi”, ma sul quale e del quale non bisogna parlare perché lo impone la ragion di Stato o quella del profitto delle multinazionali?
Augusta, 7 luglio 2005
SAC. PRISUTTO PALMIRO

palpri@libero.it
LETTERA A BALLARO’
Dobbiamo morire, sì; ma non essere assassinati dalle istituzioni !

C’era una volta …..MARINA DI MELILLI.
Non è l’inizio di una favola, ma una delle pagine più oscure e vergognose della storia italiana.

Io sono un cittadino di Augusta, quarantamila abitanti, una città tra Catania e Siracusa, dove c’era anche MARINA DI MELILLI.
Il nome di Augusta, di solito, ormai, si trova unito a PRIOLO e MELILLI, con le quali condivide un destino amaro: l’olocausto industriale.
Forse, un giorno, questa tragedia entrerà a pieno titolo nei libri di storia come Bhopal, Chernobyl, Minamata, Seveso, Hiroshima, Auschwitz.
Sono poche, credo, in Italia, le città che come Augusta, che si trovano esposte a ben tre rischi: sismico, chimico-industriale e militare.
Ma di questa città e del suo triste destino si preferisce non parlare.
Ma quando se n’è parlato se n’è parlato quasi sempre perché era successo qualcosa di grave.
Non è di tutti questa sorta di “guiness dei primati”:
su 40 kmq di territorio sono stati concentrati 12 industrie ad alto rischio (tre centrali termoelettriche, una fabbrica di cloro a celle di mercurio, quattro raffinerie, un cementificio, un inceneritore, una fabbrica di magnesio, un depuratore, ed altro).
Un territorio con viabilità fatiscente ed insufficiente, disseminato di discariche – non se ne conoscerà mai il numero esatto - ; un territorio più volte interessato da eventi sismici rilevanti;
un territorio su cui insistono basi militari italiane (Marina Militare), NATO ed USA;
un territorio con una grave emergenza igienico-sanitaria in atto (accertato tasso di mortalità per cancro superiore al 30%; 1000 bambini nati malformati negli ultimi dieci anni; patologie legate al degrado ambientale del territorio; mare non balneabile dove è stato scaricato perfino mercurio in enormi quantità…..
Su un territorio dichiarato dal Ministero dell’Ambiente nel 1990 ad alto rischio di crisi ambientale, e recentemente definito dal prof. Corrado Clini, assimilandolo a Porto Marghera, area in piena crisi ambientale, come se tutto ciò non bastasse, per decisione dell’attuale classe politica dirigente della regione Sicilia, una centrale termoelettrica sarà, in parte, riconvertita a carbone ed in parte trasformata a “termovalorizzatore” per il trattamento di 500.000-650.000 tonnellate annue di rifiuti urbani indifferenziati provenienti dalle province di Enna, Catania, Siracusa e Ragusa.
Rimane irrisolto un altro problema: dove saranno smaltite le oltre 173.000 tonnellate/anno di rifiuti tossici e nocivi della zona industriale di Augusta-Priolo?
Non c’è da preoccuparsi: detti rifiuti è stato decretato che verranno smaltiti nella progettata piattaforma polifunzionale che, guarda caso, sarà costruita anch’essa ad Augusta.
All’inquinamento attuale, che si protrae da oltre cinquanta anni, si aggiungerà anche quest’altro voluto dal presidente della regione Cuffaro.
Se mettessimo insieme il numero dei morti e dei feriti degli incidenti industriali, degli infortuni sul lavoro, e se unissimo ad essi il numero di morti per tumori ed il numero dei bambini malformati …. potremmo parlare, senza alcuna retorica, di strage: ma di UNA STRAGE DI STATO.
Forse un giorno, verranno le telecamere a documentare l’ennesimo disastro, ad innescare polemiche, dibattiti e passerelle…..
Ma non sarebbe opportuno che le telecamere venissero ora onde evitare che il disastro avvenga?
Non mi piacerebbe leggere su qualche libro il seguito della storia:
C’erano una volta …….. AUGUSTA, PRIOLO E MARINA DI MELILLI.
Distinti saluti.
Sac. Prisutto Palmiro



Comunicato stampa del 3 settembre 2005.

TG1 - TG2 - TG3
Retequattro – Italia1 – TG5
LA 7
Telemarte – VideoSR -
Telecolor – Antenna Sicilia - VIDEOTRE
Augustaonline – LA SVOLTA
La Sicilia
Giornale di Sicilia
Gazzetta del Sud
Libertà


Nell’ambito della GIORNATA MONDIALE CONTRO GLI INCENERITORI, che si svolgerà in data 7 settembre 2005, NELL’ATTESA DELLA SENTENZA DEL TAR DI CATANIA SUL TERMOVALORIZZATORE DI AUGUSTA DEL PROSSIMO 27 SETTEMBRE, il Comitato Cittadino di Augusta promuove una petizione popolare, mirante a chiedere AD AUGUSTA una VISITA DI STATO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA AL FINE DI OTTENERE

• L’INIZIO DEL PIANO DI BONIFICA E GLI ALTRI ADEMPIMENTI PREVISTI NEL DECRETO DI DICHIARAZIONE DI AREA A RISCHIO AMBIENTALE;
• UNA MORATORIA SULLA REALIZZAZIONE DI QUALUNQUE ALTRO IMPIANTO INDUSTRIALE INQUINANTE SU QUESTO TERRITORIO;
• L’APERTURA DI UN’INCHIESTA DI STATO “ONESTA, IMPARZIALE E ASSOLUTAMENTE VERITIERA” CHE ACCERTI IL NESSO TRA L’INQUINAMENTO E LE PATOLOGIE PRESENTI SU QUESTO TERRITORIO;
• LA REALIZZAZIONE IN LOCO DI UN PUBBLICO CONFRONTO TRA LA POPOLAZIONE, LE ISTITUZIONI E LA COMUNITÀ SCIENTIFICA SUI PROBLEMI E SUI RISCHI DI QUESTO TERRITORIO.
al fine di trovare un’equa soluzione

PER UNO SVILUPPO VERAMENTE SOSTENIBILE ED ECO-COMPATIBILE.


IL COMITATO CITTADINO PER LA SALUTE PUBBLICA CONTRO IL TERMOVALORIZZATORE






Termovalorizzatori e tutela ambientale: Il comitato per la salute a Ciampi: «Venga a vedere»


Il Comitato cittadino per la salute pubblica, del quale fa parte don Palmiro Prisutto, contro la realizzazione dei termovalorizzatori, promuove una petizione popolare per chiedere una visita di Stato del presidente della Repubblica. L'iniziativa è inserita nell'ambito delle attività promosse in occasione della “Giornata mondiale contro gli inceneritori” che si svolgerà nella giornata di domani. «Tutto ciò – fanno sapere i promotori dell'iniziativa attraverso un comunicato stampa – nell'attesa della sentenza del Tar di Catania sul termovalorizzatore di Augusta del prossimo 27 settembre».
Con l'invito rivolto al capo dello Stato il comitato intende ottenere: «una presa di coscienza istituzionale della gravità della situazione ambientale di Augusta; l'inizio del piano di bonifica e degli altri adempimenti previsti nel decreto di dichiarazione di area a rischio ambientale; una moratoria sulla realizzazione di qualunque altro impianto industriale inquinante sul territorio megarese; l'apertura di una inchiesta che accerti il nesso tra l'inquinamento e le patologie presenti sul territorio; la realizzazione in loco di un confronto pubblico tra la popolazione, le istituzioni e la comunità scientifica sui problemi e sui rischi del territorio; obiettivo: una equa soluzione per uno sviluppo sostenibile ed ecompatibile».
In particolare sul termovalorizzatore (e non inceneritore) di Augusta il Tar si è già pronunciato respingendo la richiesta di sospensiva presentata dal Comune. La prossima udienza affronterà la decisione di merito. Il termovalorizzatore in progetto non è peraltro un impianto aggiuntivo, essendo previsto in sostituzione della obsoleta centrale termoelettrica Enel-Tifeo.
03 settembre 2005
SEBASTIANO SALEMI

**** Egregio Presidente, (CARLO AZELIO CIAMPI)
ho appreso stasera dai tg locali, che la S. V. tra breve verrà in visita in provincia di Siracusa.
I notiziari hanno messo la sua prossima visita in relazione al fatto che numerose località della nostra provincia sono state dichiarate dall’UNESCO “PATRIMONIO DELL’UMANITÀ”. Già da diversi giorni, ad Augusta, in provincia di Siracusa, era in atto una raccolta di firme per chiedere una sua visita a questa città dove, purtroppo, le conseguenze dell’inquinamento che si protrae da oltre 50 anni, hanno creato una situazione di degrado ambientale ai limiti dell’irreversibilità e di sofferenza della popolazione assai preoccupante.
La vicenda di Augusta è nota ormai sin dalla fine degli anni settanta, periodo in cui l’Istituto Superiore di Sanità accertò l’elevata mortalità per cancro e il numero eccessivamente elevato di bambini che nascevano con varie malformazioni.
Di recente anche l’OMS, il CNR e l’ENEA hanno attenzionato il caso Augusta e sappiamo che è in atto anche una indagine della magistratura.
Già il 30 novembre 1990 il Ministero dell’ambiente aveva dichiarato Augusta e parte dei comuni circostanti “area ad elevato rischio di crisi ambientale”, ma quasi nulla delle soluzioni proposte da quel decreto è stato finora attuato. Anzi...
Pochi giorni dopo la dichiarazione di “area a rischio” ci fu persino il terremoto, le cui ferite sono ancora chiaramente visibili, benché siano passati 15 anni.
Sono almeno venti anni che i cittadini di Augusta si appellano alle Istituzioni, richiedendo democraticamente e nel rispetto delle norme, interventi risolutori per dire basta a questa situazione.
Abbiamo voluto censire il numero delle aziende, degli impianti e delle situazioni di rischio attualmente esistenti ad Augusta: ne abbiamo elencato DICIOTTO, trascurando quelle minori! Ritengo, e lo ritengono tutti, che sia una concentrazione eccessiva.
Eppure da circa due anni abbiamo intrapreso una sorta di braccio di ferro con talune istituzioni (=Presidente della Regione Sicilia) perché, incuranti di tutto lo scempio ambientale e di tutti gli accertati danni alla salute, vorrebbero collocare qui ALTRI SETTE IMPIANTI A RISCHIO. Ci siamo appellati a tutte le Istituzioni, ci siamo autotassati per le nostre iniziative a tutela dell’ambiente e della salute, ma non possiamo certamente competere contro il grande potere economico delle multinazionali.
I grandi colossi industriali su questo territorio stanno spadroneggiando da troppo tempo, incuranti dei danni non solo all’ecosistema, ma soprattutto dei danni alla salute degli esseri viventi, non solo dell’uomo. Il porto di Augusta è stato teatro, più volte, di impressionanti morie di pesci e di altre forme di vita. Ipocritamente lo chiamano “progresso” e si vorrebbe che questa situazione venisse supinamente accettata come l’ineluttabile prezzo da pagare. In tutta questa situazione sentiamo lontane le Istituzioni, in relazione ai gravi problemi vissuti dalla popolazione. Ci appelliamo a Lei, come a un giudice “super partes” perché in occasione della sua visita nella nostra provincia trovi una mezza giornata a dedicare ad una visita ad Augusta, per rendersi conto di persona, dei gravissimi problemi vissuti da questa città, per smuovere la coscienza di chi dovrebbe (o avrebbe dovuto) doverosamente intervenire.
Anche Augusta aveva un tempo un mare splendido, che non era inferiore a quello della Sardegna; anche Augusta un tempo aveva un territorio meraviglioso ricco di storia, di arte, di cultura. Anche Augusta poteva essere annoverato nell’elenco dei siti “patrimonio dell’umanità”.
Qualcuno, però, decise diversamente: le necropoli greche, le vestigia romane, le tracce di antichissimi insediamenti furono seppellite irrimediabilmente sotto le colate di cemento su cui sorsero le cattedrali dell’Enel, della Esso, dell’Erg, dell’Agip, dell’Eni, ecc. Allora, pensando al presente, si seppellì il passato, per rovinare anche il futuro.
Paradossalmente, uno dei sette nuovi impianti pericolosi che dovrebbe sorgere sul nostro territorio, è stato stabilito (a Palermo) che sorga a soli duecento metri da Megara Hyblaea, una delle più antiche città della Magna Grecia (VIII sec. a C.), che, con i suoi ritrovamenti, ha riempito il museo archeologico nazionale di Siracusa, che Lei andrà sicuramente a visitare.
Signor Presidente, non so con quale criterio, vengano stabilite o programmate le sue visite, ma questa volta, non ripeta l’errore di un suo predecessore che, nel corso di una visita ufficiale, appena un mese dopo il terremoto del 1990, trovandosi a pochi chilometri da qui ci mandò a dire: “Non ho tempo, tornerò un’altra volta”.
Prima che questo territorio diventi “pattumiera dell’umanità” venga a vedere e si faccia portavoce autorevole della sofferenza di questa gente italiana presso quelle Istituzioni che finora non sono intervenute a tutela del diritto alla salute ed alla vita. Aspettiamo una sua risposta.
Augusta, 19 settembre 2005
IL COMITATO PER LA SALUTE PUBBLICA CONTRO IL TERMOVALORIZZATORE
SAC. PALMIRO PRISUTTO


AUGUSTA E LA COSTITUZIONE ITALIANA

Art. 1

L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Democrazia significa anche ascoltare le ragioni degli altri.
È il popolo di Augusta che “democraticamente” richiede una visita di stato al Presidente.

Art. 2

La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo ….

I cittadini ed i lavoratori di Augusta sono esseri umani o cavie del progresso industriale?

Art. 3

È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana ………….

Siamo proprio certi che i cittadini di Augusta siano liberi ed uguali
come gli altri dell’Italia oppure non appartengono a questa nazione
per il fatto di essere nati al sud ?


Art. 4

La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

Quanto è veramente “libera” la scelta del lavoro nel territorio di Augusta?
Considerata la ricchezza prodotta ad Augusta in favore dello stato,
il tasso di disoccupazione esistente ad Augusta è uno scandalo.
Art. 9

La Repubblica ….. tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

Anche Megara Hyblaea ed il territorio circostante?

Art. 27.

Non è ammessa la pena di morte, se non nei casi previsti dalle leggi militari di guerra.

Ma a causa del lavoro ad Augusta i condannati a morte dal cancro sono troppi:
lo stato che fa?


Art. 32.

La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.

Diritto alla vita ed alla salute sono tutelati anche ad Augusta?
Art. 35.

La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni.
Cura la formazione e l'elevazione professionale dei lavoratori.

La repubblica tutela anche i lavoratori dal ricatto occupazionale?

Art. 36.

Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa.

Esistono lavori usuranti e pericolosi.
Una buona parte dei lavoratori di Augusta, pur versando i contributi,
non arriva all’età della pensione lasciando orfani e vedove.







Art. 87.

Il Presidente della Repubblica è il capo dello Stato e rappresenta l'unità nazionale.
……………………………
Può concedere grazia e commutare le pene.
Conferisce le onorificenze della Repubblica.


I cittadini che vivono ad Augusta si sentono rappresentati dal capo dello stato?
Devono chiedere la grazia di vivere?
Tanti bambini di Augusta sono stati condannati a morte dal cosiddetto progresso.
Le vittime del lavoro, della mafia e delle stragi e delle calamità
sono state onorate dallo stato,
le vittime del lavoro di Augusta, invece, non sono state ancora riconosciute.


SAC. PRISUTTO PALMIRO


Augusta, 21 ottobre 2005





A S. E. IL PREFETTO DI SIRACUSA

OGGETTO: VISITA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA IN PROVINCIA DI SIRACUSA

Eccellenza,
ancor prima dell’annuncio della visita del Presidente della Repubblica in provincia di Siracusa il sottoscritto e lo stesso Comitato cittadino di Augusta per la tutela della salute contro il termovalorizzatore avevano richiesto una visita del Presidente nella zona di Augusta.
Infatti in data 7 settembre 2005, giornata mondiale contro gli inceneritori, davamo inizio in Augusta ad una nuova petizione per chiedere una visita di stato del Presidente ad Augusta.
Tale petizione è stata sottoscritta da oltre duemila cittadini di Augusta.
In questa petizione si sottolinea la gravità della situazione in cui si verrebbe e trovare Augusta se dovessero essere realizzati i progettati nuovi sette impianti in aggiunta ai 18 già esistenti.
Riteniamo quindi che la nostra proposta di avere un incontro ad Augusta col Presidente della Repubblica sia da prendere in debita considerazione sia per la gravità dei problemi da affrontare sia per il numero dei cittadini maggiorenni che hanno sottoscritto tale petizione.
Pertanto richiediamo che nel programma della visita in provincia di Siracusa sia inclusa una sosta significativa - per tempi e contenuti - del Presidente nella città di Augusta.
Il Comitato per l’occasione intende promuovere un convegno illustrativo della situazione di Augusta e avanzerà anche delle precise richieste al Capo dello Stato.
Restiamo in attesa di un sollecito riscontro alla presente per concordare tempi e modalità della visita del Presidente ad Augusta.
Si allega alla presente copia della petizione.
Augusta, 31 ottobre 2005


IL COMITATO CITTADINO PER LA TUTELA DELLA SALUTE CONTRO IL TERMOVALORIZZATORE.


C/o SAC. PRISUTTO PALMIRO
VIA MARINA LEVANTE, 5
96011 AUGUSTA (SR)
347 1979 657





Egregio Presidente,

inoltriamo alla S. V. i fogli originali della petizione con cui la invitiamo a venire e a visitare Augusta ed il suo territorio.
Riteniamo che per la peculiarità della situazione la nostra città meriti l’attenzione dello Stato che Ella rappresenta.
Già dal 1986, dopo l’incidente occorso allo stabilimento ICAM (19 maggio 1985) la città di Augusta si è rivolta alle massime Istituzioni, ma solo talvolta ha avuto dei riscontri positivi.
Ci riferiamo alla petizione popolare per il secondo ponte di collegamento con la terraferma (realizzato tra il 1990 ed il 1993 dopo il terremoto del 1990 anche in seguito all’invio massiccio di oltre quattromila raccomandate di protesta) ed anche alla risposta di un suo predecessore (Francesco Cossiga) in relazione alla situazione sanitaria di Augusta in riferimento all’elevata mortalità per cancro riscontrata nella nostra città.
Ricordiamo anche la venuta a Siracusa del suo predecessore Scalfaro (11 maggio 1996) in relazione alla protesta contro la mancata ricostruzione post-terremoto del 1990.
Riteniamo che siano maturati i tempi in cui lo Stato si ricordi che la città di Augusta non è solo uno dei tanti anonimi comuni italiani, ma una città di importanza vitale per la nazione intera.
Purtroppo, con amarezza, dobbiamo constatare che nei confronti di questa città, dei suoi abitanti e del suo territorio è in atto un violento attacco da parte di enti e società (avallate anche da talune istituzioni) che l’hanno scelta come luogo in cui realizzare facili e grandi profitti a scapito della vita e della salute, non solo degli abitanti, ma di tutto l’ecosistema.
I futuri sette impianti non creeranno di certo né migliaia né centinaia di posti di lavoro ma produrranno sicuramente più inquinamento in una zona che attende invece il risanamento.
La paura e l’incertezza del futuro, la mancanza di prospettive di lavoro, il ricatto occupazionale rischiano di trasformare questa terra in una terra di futura emigrazione – per certi aspetti già in atto –, invivibile o addirittura in una terra da cancellare dalla carta geografica così come avvenne a Marina di Melilli qualche chilometro più a sud alla fine degli anni ‘70. Oggi la situazione è senz’altro peggiorata.
In aperta contraddizione con le leggi di questa Repubblica (che il 30 novembre 1990 dichiarò Augusta ed i comuni limitrofi come area ad elevato rischio di crisi ambientale) si vorrebbe aggravare la sua condizione igienico-sanitaria con l’ulteriore insediamento di altri sette impianti pericolosi.
Abbiamo fatto i nostri passi come cittadini reagendo a questi progetti con pacifiche manifestazioni di protesta, con l’invio di apposite petizioni, ricorsi nelle sedi giudiziarie – Procura e Tar -, ma riteniamo di non avere la tenacia e le forze “economiche” di sopportare a lungo termine scontri giudiziari contro chi ogni giorno sul nostro territorio fattura milioni o miliardi di euro, per i quali pagare i migliori avvocati non costituisce affatto un problema o che si possono permettere di minacciare ritorsioni contro gli operai che dissentono.
Anche la stessa stampa locale sembra essere “pilotata” da chi vorrebbe realizzare quegli impianti che qui nessuno vuole, la cui istallazione è stata decisa in altre sedi ben «lontane» dalla nostra città.
Egregio Presidente, riteniamo che oltre alla seria minaccia alla nostra vita qui sia in atto una serie di violazioni dei diritti sanciti della Costituzione: con l’invio di questa petizione la preghiamo di voler autorevolmente intervenire prima che si compia un altro scempio irreparabile.
Aspettiamo la sua visita più ancora di una sua risposta.
Distinti saluti.
Augusta, 05 novembre 2005

IL COMITATO PER LA TUTELA DELLA SALUTE CONTRO IL TERMOVALORIZZATORE

SAC. PRISUTTO PALMIRO
VIA MARINA LEVANTE, 5
96011 AUGUSTA (SR)
347 1979 657



COMUNICATO STAMPA DEL 7 NOVEMBRE 2005

In data 7 SETTEMBRE 2005 in occasione della GIORNATA MONDIALE CONTRO GLI INCENERITORI veniva lanciata ad Augusta una petizione popolare in cui si chiedeva una visita di stato ad Augusta del Presidente della Repubblica.

Nel corso di questi due mesi il Comitato per la difesa della salute contro il termovalorizzatore ha raccolto circa 2500 firme di cittadini maggiorenni.

Le firme saranno inoltrate alla presidenza della Repubblica il prossimo martedì 8 novembre.
Alla petizione sarà acclusa la lettera qui appresso riportata.

Contestualmente è stato informato l’Ufficio territoriale del Governo (ex prefettura) al quale il Comitato ha chiesto di programmare durante la visita di Ciampi nella nostra Provincia una visita significativa ad Augusta.
Si allega anche quest’altra lettera.









LETTERA AL PRESIDENTE CIAMPI

Egregio Presidente,

inoltriamo alla S. V. i fogli originali della petizione con cui la invitiamo a venire e a visitare Augusta ed il suo territorio.
Riteniamo che per la peculiarità della situazione la nostra città meriti l’attenzione dello Stato che Ella rappresenta.
Già dal 1986, dopo l’incidente occorso allo stabilimento ICAM (19 maggio 1985) la città di Augusta si è rivolta alle massime Istituzioni, ma solo talvolta ha avuto dei riscontri positivi.
Ci riferiamo alla petizione popolare per il secondo ponte di collegamento con la terraferma (realizzato tra il 1990 ed il 1993 dopo il terremoto del 1990 anche in seguito all’invio massiccio di oltre quattromila raccomandate di protesta) ed anche alla risposta di un suo predecessore (Francesco Cossiga) in relazione alla situazione sanitaria di Augusta in riferimento all’elevata mortalità per cancro riscontrata nella nostra città.
Ricordiamo anche la venuta a Siracusa del suo predecessore Scalfaro (11 maggio 1996) in relazione alla protesta contro la mancata ricostruzione post-terremoto del 1990.
Riteniamo che siano maturati i tempi in cui lo Stato si ricordi che la città di Augusta non è solo uno dei tanti anonimi comuni italiani, ma una città di importanza vitale per la nazione intera.
Purtroppo, con amarezza, dobbiamo constatare che nei confronti di questa città, dei suoi abitanti e del suo territorio è in atto un violento attacco da parte di enti e società (avallate anche da talune istituzioni) che l’hanno scelta come luogo in cui realizzare facili e grandi profitti a scapito della vita e della salute, non solo degli abitanti, ma di tutto l’ecosistema.
I futuri sette impianti non creeranno di certo né migliaia né centinaia di posti di lavoro ma produrranno sicuramente più inquinamento in una zona che attende invece il risanamento.
La paura e l’incertezza del futuro, la mancanza di prospettive di lavoro, il ricatto occupazionale rischiano di trasformare questa terra in una terra di futura emigrazione – per certi aspetti già in atto –, invivibile o addirittura in una terra da cancellare dalla carta geografica così come avvenne a Marina di Melilli qualche chilometro più a sud alla fine degli anni ‘70. Oggi la situazione è senz’altro peggiorata.
In aperta contraddizione con le leggi di questa Repubblica (che il 30 novembre 1990 dichiarò Augusta ed i comuni limitrofi come area ad elevato rischio di crisi ambientale) si vorrebbe aggravare la sua condizione igienico-sanitaria con l’ulteriore insediamento di altri sette impianti pericolosi.
Abbiamo fatto i nostri passi come cittadini reagendo a questi progetti con pacifiche manifestazioni di protesta, con l’invio di apposite petizioni, ricorsi nelle sedi giudiziarie – Procura e Tar -, ma riteniamo di non avere la tenacia e le forze “economiche” di sopportare a lungo termine scontri giudiziari contro chi ogni giorno sul nostro territorio fattura milioni o miliardi di euro, per i quali pagare i migliori avvocati non costituisce affatto un problema o che si possono permettere di minacciare ritorsioni contro gli operai che dissentono.
Anche la stessa stampa locale sembra essere “pilotata” da chi vorrebbe realizzare quegli impianti che qui nessuno vuole, la cui istallazione è stata decisa in altre sedi ben «lontane» dalla nostra città.
Egregio Presidente, riteniamo che oltre alla seria minaccia alla nostra vita qui sia in atto una serie di violazioni dei diritti sanciti della Costituzione: con l’invio di questa petizione la preghiamo di voler autorevolmente intervenire prima che si compia un altro scempio irreparabile.
Aspettiamo la sua visita più ancora di una sua risposta.
Distinti saluti.
Augusta, 05 novembre 2005

IL COMITATO PER LA TUTELA DELLA SALUTE CONTRO IL TERMOVALORIZZATORE



LETTERA AL PREFETTO

A S. E. IL PREFETTO DI SIRACUSA

OGGETTO: VISITA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA IN PROVINCIA DI SIRACUSA

Eccellenza,
ancor prima dell’annuncio della visita del Presidente della Repubblica in provincia di Siracusa il sottoscritto e lo stesso Comitato cittadino di Augusta per la tutela della salute contro il termovalorizzatore avevano richiesto una visita del Presidente nella zona di Augusta.
Infatti in data 7 settembre 2005, giornata mondiale contro gli inceneritori, davamo inizio in Augusta ad una nuova petizione per chiedere una visita di stato del Presidente ad Augusta.
Tale petizione è stata sottoscritta da oltre duemila cittadini di Augusta.
In questa petizione si sottolinea la gravità della situazione in cui si verrebbe a trovare Augusta se dovessero essere realizzati i progettati nuovi sette impianti in aggiunta ai 18 già esistenti.
Riteniamo quindi che la nostra proposta di avere un incontro ad Augusta col Presidente della Repubblica sia da prendere in debita considerazione sia per la gravità dei problemi da affrontare sia per il numero dei cittadini maggiorenni che hanno sottoscritto tale petizione.
Pertanto richiediamo che nel programma della visita in provincia di Siracusa sia inclusa una sosta significativa - per tempi e contenuti - del Presidente nella città di Augusta.
Il Comitato per l’occasione intende promuovere un convegno illustrativo della situazione di Augusta e avanzerà anche delle precise richieste al Capo dello Stato.
Restiamo in attesa di un sollecito riscontro alla presente per concordare tempi e modalità della visita del Presidente ad Augusta.
Si allega alla presente copia della petizione.
Augusta, 31 ottobre 2005


IL COMITATO CITTADINO PER LA TUTELA DELLA SALUTE CONTRO IL TERMOVALORIZZATORE.










Egregio Presidente,
comprendo il suo imbarazzato silenzio dopo il materiale e le numerose lettere a Lei inviate.
È evidente che il caso Augusta è davvero un caso “difficile” per lo Stato che lei rappresenta, un caso nei confronti del quale o non si vuole o non si riesce più a trovare una soluzione, abbandonando, di conseguenza, i cittadini di questa città al loro triste destino.
Il “non rispondere” talvolta è un segno evidente della resa dello Stato che di fronte alle vere e fondate ragioni dei cittadini non sapendo cosa rispondere sa opporre solo il silenzio per non intervenire sperando che il cittadino si stanchi, si scoraggi e desista dal richiedere giustizia.
Ma per amore della mia terra e della mia gente io non tacerò fin quando non avrò risposta.

Riflettendo sulla situazione che sta alla base del “CASO AUGUSTA” comincio, pertanto, ad avere molta perplessità sulla effettiva “democraticità” di questo Stato in cui si ha paura perfino a rispondere alle istanze legittime dei cittadini che reclamano solo l’applicazione delle norme costituzionali ed il reale rispetto dei fondamentali diritti dell’uomo.

Purtroppo, le recenti decisioni politiche di questi giorni, fanno preludere allo stravolgimento dei valori costituzionali.

Ciononostante ho voluto scrivere una breve pagina su “AUGUSTA E LA COSTITUZIONE ITALIANA” dopo aver riletto alla “mia” maniera la carta costituzionale attuale aggiungendo ad alcuni articoli di essa un personale commento o degli interrogativi che nascono spontanei da questa lettura.

Mi auguro che li possa leggere anche la S. V. nella speranza di trovare in lei quella doverosa sensibilità istituzionale che ci faccia capire la vicinanza e la presenza dello Stato in questa delicata situazione.
Distinti saluti.

Augusta, 20 novembre 2005

Sac. Prisutto Palmiro



COMUNICATO STAMPA DEL 21 NOVEMBRE 2005

Benché siano trascorse due settimane dall’invio della petizione popolare al presidente Ciampi, alla data attuale dalla presidenza della repubblica non è pervenuta ancora alcuna risposta.
Non è ancora pervenuto neanche l’avviso di ricevimento. (si tratta di un disservizio postale oppure di qualcos’altro?).
Anche la prefettura di Siracusa, al momento attuale, non ha dato alcuna risposta in merito alla richiesta di una visita di stato ad Augusta del presidente della repubblica..
Riteniamo, alla luce del concetto di “democraticità” dello Stato, che una petizione sottoscritta da 2.500 cittadini meriti comunque una risposta, indipendentemente dall’accoglimento o no delle istanze in essa contenute.
Non vorremmo interpretare il ritardo nella risposta come un tentativo di aggirare o di non tenere in alcun conto la volontà popolare.

Informiamo quindi la stampa sul contenuto della nuova lettera inviata al presidente Ciampi.







Egregio Presidente,
non pensavo di trovare tanta insensibilità a livello istituzionale di fronte ad un problema così grave.
Per chi non vive in prima persona le tragedie della devastazione ambientale è facile tacciare di “retrogradismo” chi si oppone a determinati progetti. Ma non si può accettare neanche la logica di chi, stando lontano o dall’altra parte, possa decidere superficialmente sul futuro e sulla sorte altrui.
Ho riflettuto su una delle sue ultime “battute” pronunciata davanti alle telecamere: “Penso di fare il nonno ed anche il bisnonno”.
L’ultima vittima del cancro ad Augusta, oggi, aveva appena 25 anni.
Purtroppo, dalle mie parti questa fortuna di diventare bisnonni o solamente nonni, diventa sempre più rara. Mentre in Europa la percentuale di incidenza del cancro diminuisce, ad Augusta invece, la mortalità per tale patologia aumenta. Ad ogni nuovo caso che mi viene confidato penso all’art. 32 della costituzione che qui viene violata impunemente, anche con la complicità di talune istituzioni nazionali e regionali.
Lei ha la fortuna di avere sempre le telecamere dietro l’uscio, a portata di bocca, da noi, purtroppo le telecamere si avvicinano assai raramente, anche dopo i disastri, e quando sono state chiamate non erano quasi mai disponibili.
Ritengo doveroso parlarle da uomo a uomo, anche se lei finge di ignorarmi. Non è stato così con i suoi due predecessori.
Ho seguito in questi mesi tanti dei suoi discorsi, delle sue attività e dei suoi viaggi, ma ho il sospetto che il suo “apparire” in TV sia solo strumentale a certe logiche di immagine o di audience, anzi lei stesso mi sembra “prigioniero” del protocollo, del cerimoniale, della ragion di stato o perfino della sua stessa posizione politica.
Sono diversi anni che mi rivolgo a lei, ma senza ottenere risposta. (mancanza di senso civico o di democrazia?)
Ho interpretato il suo perdurante silenzio e quello dello stato come quello di chi, impotente, fugge dinanzi alle tragedie attuali o per non saper dare una risposta o per non sporcarsi le mani.
Se lei, come tanti altri, fa politica da diversi decenni (=cioè si è insediato su uno scranno da cui non ci si vuol più alzare – perché la politica ormai da decenni è fatta sempre e solo dalle solite persone -) io da almeno vent’anni mi occupo della vicenda ambientale di Augusta, ma senza trarne alcun guadagno o vantaggio personale, anzi ….
In questi venti anni, in talune gravi vicende, ho capito da che parte stava e sta lo stato: non dalla parte dei cittadini, ma dalla parte di certe lobby che dominano questo paese, in cui la logica del profitto prevale sulle ragioni dell’etica.
Nel mese di maggio del 2005 le avevo scritto dopo aver celebrato la giornata “dell’olocausto silenzioso” in memoria delle nostre vittime del lavoro e dell’inquinamento: neanche a quell’appello lei ha voluto rispondere. Evidentemente, per la ragion di stato, esistono vittime di serie A e di serie B.
Sulle nostre vittime, tante, da oltre cinquanta anni, si continua a fare silenzio: un silenzio colpevole, indegno di uno stato fondato sui principi del diritto e della democrazia.
Mi sembra quindi doveroso rivolgermi a lei in un ulteriore tentativo per attirare un’«attenzione che conta» sul problema.
Qualche tempo fa lei ha conferito la medaglia d’oro ai minatori morti nella sciagura di Marcinelle e ai bambini vittime del terremoto a San Giuliano: le ha definite “vittime del lavoro e del dovere”.
Come mai non è stata conferita la stessa onorificenza alla memoria dei lavoratori di Augusta, morti di cancro dopo aver lavorato nel polo petrolchimico o morti in seguito ai numerosi incidenti sul lavoro? Forse i lavoratori italiani di Marcinelle erano “più italiani” di quelli di Augusta? Oppure le nostre vittime non erano vittime del lavoro perché sono morte “diluite nel tempo”?
All’ospedale di Augusta ogni anno, da almeno trent’anni, nascono decine di bambini con varie malformazioni: il cosiddetto progresso li tocca nella loro fragile esistenza ancor prima di nascere. Ho conosciuto il calvario di tante famiglie che hanno dovuto lottare per salvare la vita dei loro figli.
Alcuni non ce l’hanno fatta; altri hanno scelto di non farli nascere. È forse questo quello che si chiama progresso? Che colpa avevano questi esseri innocenti? Forse quella di essere figli di uomini normali del sud-Italia (o della sub-Italia)?
Forse questi bimbi non meritano un riconoscimento perché non sono morti sotto le macerie di un terremoto? Oppure anche questi bambini non erano italiani? Quanto scalpore sui mass-media per un caso di malasanità, quanto silenzio sui nostri casi di «mala-umanità»!
Ogni giorno in Italia nasce un nuovo caso: l’ultimo riguarda le confezioni di tetrapak con sostanze tossiche. Subito c’è stato l’intervento dell’autorità competente a tutela della salute dei cittadini: il sequestro cautelativo.
Da uno studio scientifico (*) pubblicato recentemente è emerso che le acque della rada di Augusta sono una miniera sommersa di metalli pesanti e sostanze altamente inquinanti che vanno a finire nella catena alimentare: io lo sapevo e l’avevo anche denunciato. Era l’anno 1986. Lo sapevano anche le istituzioni, ma tacevano e da noi sollecitate mentivano tacciandoci perfino di fare allarmismo.
A differenza delle confezioni di tetrapak (ritirate sollecitamente dal commercio) mercurio, cromo cadmio, esa-cloro-benzene, nichel, pcb, diossine, ecc. possono ancora rimanere sui fondali del porto di Augusta per tenere alta la concentrazione di veleni nel nostro mare, per continuare ad uccidere ancora a lungo.
Probabilmente per i livelli di devastazione raggiunti dall’ecosistema di Augusta non sarà mai più possibile la bonifica ed il fantasma di Marina di Melilli (il centro abitato raso al suolo per far posto all’ennesima raffineria) già volteggia nell’aria inquinata dei nostri comuni, contigui a quelli definiti patrimonio dell’umanità che lei si prepara a visitare.
Mi addolora profondamente, come uomo, il fatto che lei venga nella mia provincia per fare il turista, per vedere pietre e monumenti; mi addolora profondamente il fatto che lei, “prigioniero del protocollo” sfugga il contatto con una popolazione martoriata dalle malattie del progresso, subdolamente schiacciata dal ricatto occupazionale, cinicamente ignorata da quelle stesse istituzioni che avrebbero dovuto proteggerla e tutelarla in nome della costituzione.
Immagino che quando verrà a Siracusa, davanti ad un pubblico selezionato, ma servile, non si farà sfuggire l’occasione di parlare davanti alle telecamere sulle “bellezze e della ricchezza culturale della Sicilia”.
La Sicilia, signor presidente, non è solo quella.
La provincia di Siracusa, signor presidente, non è solo il capoluogo o la zona a sud e ad ovest di esso: provincia di Siracusa, signor presidente è anche la zona nord, dove vivono e viviamo altri italiani, probabilmente con meno diritti degli altri.
Se lei venisse qui come privato cittadino non avrei nulla da eccepire, ma poiché verrà come capo dello stato allora ho tutto il diritto ed anche il dovere di contestare la sua visita perché sarebbe una visita solo parziale e politicamente opportunistica.
Di stragi, catastrofi e calamità in quest’Italia ne ho viste ormai tante, ma non ho mai dimenticato che ai funerali delle vittime del terremoto del 13 dicembre 1990, l’unico assente fu lo stato, contrariamente a tutte le altre calamità accadute sul territorio nazionale.
Forse esiste una piccola porzione di territorio di questa Italia che deve sempre sottostare al silenzio ed allo sfruttamento i cui abitanti anziché essere cittadini debbano essere non solo sudditi senza diritti, ma anche uomini senza diritti.
Signor presidente, la carta costituzionale non ha una coscienza, ma lei, come uomo, una coscienza ce l’ha?
Distinti saluti in attesa di una doverosa risposta, anche per via giudiziaria.
Augusta, 13 dicembre 2005
Sac. Prisutto Palmiro

(*)
Progetto per la messa in sicurezza d’emergenza relativa ai sedimenti presenti nelle aree prioritarie della rada di Augusta - Relazione tecnica preliminare -, Sviluppo Italia Aree Produttive S. p. A.
Via Boccanelli, 30 00138 ROMA

Al Presidente della Repubblica Italiana
e p. c.
al Segretario Generale della Presidenza della Repubblica
al Prefetto di Siracusa

In data 28 dicembre 2005, in relazione alla petizione sottoscritta da 2500 cittadini di Augusta è stata recapitata al Sac. Prisutto Palmiro la lettera qui appresso riportata.



Prefettura di Siracusa
Ufficio territoriale del Governo
Prot. 8297-2005/1.1./Gab. Siracusa, 23 dicembre 2005


Al Sac. Prisutto Palmiro
Parrocchia San Nicola
Via Canale, 19
Brucoli-Augusta


OGGETTO: Petizione al Capo dello Stato

Con riferimento alla lettera della Signoria Vostra pervenuta in data 2 novembre u. s. e riguardante la petizione rivolta al Capo dello Stato, rendo noto che il Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica ha fatto conoscere la impossibilità del capo dello Stato ad essere presente nella città di Augusta in occasione della prossima visita in questa provincia, essendo stato già definito il relativo programma.
Il Signor Presidente della Repubblica è stato comunque reso edotto da questa prefettura di tutti gli aspetti della problematica rappresentata, anche con riferimento alle situazioni che risultano tuttora all’esame dei competenti organi dalla Magistratura.

Firmato: il Prefetto di Siracusa
Alecci



In relazione a tale risposta del Prefetto di Siracusa in merito alla visita di Ciampi nella nostra provincia il sottoscritto, a livello personale, fa presente quanto segue:

Il Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica, alla data attuale, non ha inviato né al sottoscritto né al Comitato per la Salute pubblica contro i termovalorizzatori alcuna nota di risposta in merito alla petizione sottoscritta da oltre 2500 cittadini di Augusta;
non è pervenuto neanche l’avviso di ricevimento della raccomandata.

La richiesta di una visita di stato ad Augusta era stata avanzata dal Comitato ancor prima dell’annuncio della visita di Ciampi in provincia di Siracusa e la petizione inoltrata ancor prima della definizione del programma della stessa visita.
L’impossibilità di cui si parla in detta lettera equivale ad una fuga dal problema.

Ci rammarichiamo del fatto che in sede di programmazione di tale visita la nostra democratica e civica richiesta, per i gravi fatti di cui “il Signor Presidente della Repubblica è stato comunque reso edotto dalla prefettura di Siracusa di tutti gli aspetti della problematica rappresentata” non sia stata presa né in debita considerazione né abbia avuto adeguata rilevanza.

Tale atteggiamento ci induce a ritenere che i gravissimi problemi vissuti dai cittadini di Augusta, in palese contraddizione con quanto garantito dalla carta costituzionale, non siano mai stati sufficientemente attenzionati a livello istituzionale sia locale sia nazionale.

Se i gravi problemi evidenziati dai cittadini di Augusta fossero stati adeguatamente attenzionati una “risposta più concreta”, anche da parte della magistratura, a tutela della salute e dell’ambiente avremmo dovuto già averla in tempi ragionevoli.

Prendiamo quindi atto che l’Italia esiste per la città di Augusta ma la città di Augusta non esiste per l’Italia se non per l’aspetto economico-produttivo e i rilevantissimi introiti finanziari.

Riteniamo l’esclusione di Augusta dalla visita del capo dello stato ed il suo mancato incontro con la popolazione di Augusta come “una dichiarazione ufficiale” che in Italia esistono cittadini con meno diritti degli altri.

È evidente che, come in altre occasioni (gennaio 1991e maggio 1996), alle massime autorità dello stato i gravissimi problemi vissuti dalle popolazioni della zona nord di Siracusa interessino solo relativamente.

Mi dispiace affermarlo ma, considerato il “caso Augusta” in Italia la Democrazia è solo una parola vuota e la Costituzione solo un elenco di diritti e valori o non ancora attuati o, in taluni casi, esplicitamente negati.

Diceva il Presidente Ciampi in occasione del conferimento della cittadinanza onoraria di Roma: “essere nati in Italia è una fortuna”, ma non ha specificato in quale parte d’Italia.
Per i “cittadini liberi” di Augusta, appartenere all’Italia non è affatto una fortuna. Anzi…..

Augusta, 31 dicembre 2005
Sac. Prisutto Palmiro

















Il sottoscritto PRISUTTO PALMIRO, cittadino residente in Augusta (prov. Siracusa)
domiciliato in Via Marina Levante, 5

PRESO ATTO CHE UNA PETIZIONE IN DIFESA DELLA SALUTE, DELLA VITA E DELL’AMBIENTE PUR SOTTOSCRITTA DA 2500 CITTADINI NON E’ STATA TENUTA IN ALCUNA CONSIDERAZIONE DALLA PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA

PRESO ATTO CHE LE PACIFICHE E DEMOCRATICHE MANIFESTAZIONI FATTE FINORA DAI CITTADINI DI AUGUSTA A TUTELA DELLA LORO VITA E DELLA LORO SALUTE SONO STATE IGNORATE NELLE SEDI ISTITUZIONALI

PRESO ATTO CHE SCAVALCANDO OGNI VOLONTÀ POPOLARE GLI ORGANI DI GOVERNO REGIONALI E NAZIONALI HANNO IMPOSTO LA REALIZZAZZIONE DI NUMEROSI ALTRI IMPIANTI ALTAMENTE INQUINANTI IN AGGIUNTA A QUELLI GIÀ ESISTENTI CHE GIÀ NEL NOVEMBRE 1990 HANNO FATTO RICONOSCERE IL NOSTRO TERRITORIO COME “AREA AD ELEVATO RISCHIO DI CRISI AMBIENTALE”

RITIENE NON VERITIERA la dicitura “cittadino italiano”
evidenziata nell’allegato certificato in quanto non gli vengono riconosciuti i seguenti diritti enunciati nella carta costituzionale, come appresso spiegato:

DIRITTO DIRITTO
ENUNCIATO NEGATO
Art. 1


L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
Democrazia significa anche ascoltare le ragioni degli altri.
È il popolo di Augusta che “democraticamente” richiede una visita di stato al Presidente.

Art. 2


La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo ….

I cittadini ed i lavoratori di Augusta sono esseri umani o cavie del progresso industriale?

Art. 3


È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana ………….
Siamo proprio certi che i cittadini di Augusta siano liberi ed uguali
come gli altri dell’Italia oppure non appartengono a questa nazione
per il fatto di essere nati al sud ?










Art. 4

La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

Quanto è veramente “libera” la scelta del lavoro nel territorio di Augusta?
Considerata la ricchezza prodotta ad Augusta in favore dello stato,

il tasso di disoccupazione esistente ad Augusta è uno scandalo.


Art. 9

La Repubblica ….. tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

Anche Megara Hyblaea ed il territorio circostante?

Art. 27

Non è ammessa la pena di morte, se non nei casi previsti dalle leggi militari di guerra.

Ma a causa di un certo tipo di lavoro ad Augusta i condannati a morte dal cancro sono troppi: lo stato che fa?

Art. 32.

La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.
Diritto alla vita ed alla salute sono tutelati anche ad Augusta?

Art. 35
La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni.
Cura la formazione e l’elevazione professionale dei lavoratori.
La repubblica tutela anche i lavoratori dal ricatto occupazionale?

Art. 36

Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa.

Esistono lavori usuranti e pericolosi.
Una buona parte dei lavoratori di Augusta non arriva all’età della pensione
lasciando orfani e vedove.


Art. 87.


Il Presidente della Repubblica è il capo dello Stato e rappresenta l’unità nazionale.
Può concedere grazia e commutare le pene.
Conferisce le onorificenze della Repubblica.
I cittadini che vivono ad Augusta si sentono rappresentati dal capo dello stato?
Devono chiedere la grazia di vivere?


Tanti bambini di Augusta sono stati condannati a morte dal cosiddetto progresso.
Le vittime del lavoro, della mafia e delle stragi e delle calamità sono state onorate dallo stato,
le vittime del lavoro di Augusta, invece, non sono state ancora riconosciute.


PER QUANTO SOPRA
AUTOSOSPENDE LA PROPRIA CITTADINANZA
RESTITUENDO A CODESTA PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA IL PROPRIO CERTIFICATO DI CITTADINANZA e LA CARTA D’IDENTITÀ.
Augusta, 31 dicembre 2005

N. DOCUMENTO …………………………………… FIRMA …………………………………….



Alla cortese attenzione dei destinatari

Giorno 12 gennaio 2006 (domani) il Presidente Ciampi in occasione della sua visita a Siracusa nel corso del suo discorso dovrebbe affrontare (secondo voci ben fondate) anche il caso Augusta in relazione alla petizione contro il termovalorizzatore.
Siete invitati ad ascoltarlo e a valutarlo.

Dal Discorso di Ciampi a Siracusa il 12 gennaio 2006.
Rinnovo a tutti voi quelle esortazioni; ben sapendo che la concertazione fra tutte le istituzioni e tutte le forze sociali ed economiche impegnate in progetti di sviluppo non è cosa semplice. Occorre fare scelte difficili, e avere il coraggio di farle, soppesandone i costi e i benefici. Ma soprattutto occorre essere convinti della utilità, della necessità del "dialogo", ed avere la forza, l'umiltà, la pazienza di praticarlo.
Bisogna conciliare, nel rispetto delle vocazioni naturali del territorio, opinioni, progetti, esigenze tra loro talvolta contrastanti: come quelle fra lo sviluppo industriale e la protezione, anch'essa necessaria ed anzi prioritaria, dell'ambiente e della salute dei cittadini. A riparare i danni e il degrado derivanti da incurie del passato bisogna provvedere con alto senso di responsabilità.
Ma nessuna provincia o regione, e certo non la provincia di Siracusa, con il suo ancor valido polo petrolchimico, può ignorare l'importanza dell'industria, e le ricadute positive che le grandi imprese hanno avuto ed hanno su tutto il tessuto produttivo ed economico del territorio.
E non hanno certo importanza secondaria agricoltura e turismo. E' giusto indirizzare sempre più l'agricoltura verso produzioni di alta qualità: è quello che, del resto, già si sta facendo, come ho potuto constatare in tutte le mie visite alle province siciliane.

Unisco a questa mail anche il seguente invito:



DI FRONTE ALLA RICHIESTA DI 2500 CITTADINI
IL PRESIDENTE CIAMPI NON HA VOLUTO RISPONDERE.

INTERPRETIAMO COSÌ L’ATTEGGIAMENTO DI CIAMPI


Non ho tempo per voi, cittadini di Augusta.
Il mio tempo è prezioso, come anche la mia vita.
Sono troppo impegnato
a ricevere ministri e capi di stato,
attori ed atleti,
a conferire medaglie ed onorificenze,
a preparare discorsi da tenere per le prossime visite.
Sono troppo affaccendato
con i grandi politici per l’economia mondiale
e gli affari di governo;
Sono troppo indaffarato
a mandare corone di fiori e messaggi di solidarietà
per le ricorrenze di stragi e calamità,
sono troppo tirato qua e là
per impegni mondani e istituzionali.
Sono troppo impegnato a girare l’Italia
per inaugurare mostre e teatri,
a partecipare alle “prime”,
e alle cene di lavoro.
Sono troppo occupato
a scambiare doni con chi mi viene a trovare.
Il mio tempo è solo per i “grandi”,
non per la piccola Augusta.
Ci son troppe leggi da firmare,
atti importanti per la nazione che rappresento.
Sono troppo impegnato persino a girare spot pubblicitari …
E poi, perché venire proprio ad Augusta?
Il mare di Sardegna è più bello, l’aria più fine.
Ci son le Alpi dalle cime innevate
e persino le odorose e rosee Dolomiti.
Ci sono anche Siracusa, Noto, Ragusa e Palazzolo,
appena dichiarate “patrimonio dell’umanità”.
Cosa c’è di tanto importante ad Augusta
per chiedere il mio intervento?

Ad Augusta, signor presidente, si produce
la benzina che fa camminare la sua auto,
il carburante che fa volare il suo aereo,
l’energia che riscalda e illumina la sua casa,
l’industria che fornisce a Lei e a tutta l’Italia beni e servizi ….

Ma nella piccola Augusta, signor presidente,
nel silenzio si consuma una grande tragedia:
ci sono quelli che per tutta l’Italia
ed anche per lei lavorano e soffrono,
soffrono e muoiono lasciando
mogli e figli nel pianto.

Ad Augusta, signor presidente,
anche i bambini pagano amaramente
ancor prima di nascere
il prezzo del “velenoso progresso”.

Ad Augusta, signor presidente,
si vive meno che nel resto d’Italia:
c’è il silenzioso olocausto di tanti cittadini
che per rendere grande la patria
lavorano e muoiono di questo lavoro.

Signor presidente,
la sua indifferenza per Augusta sarà
quella di un padre potente e importante
che di fronte al figlio malato o morente
gli dice: “sono troppo impegnato,
non ho tempo per te”.
Sac. Prisutto Palmiro

giovedì 5 maggio 2011

TRASFORMARE 15.000 PRESENZE IN ALTRETTANTE LETTERE DI PROTESTA







Lettera aperta al Presidente della Repubblica italiana
nel 150 anniversario dell’unità d’ Italia
da parte di un cittadino comune che fa fatica a considerarsi italiano come gli altri.

Venga Presidente.

Egregio Sig. Presidente,

nel settembre 2005 inviavo al suo predecessore una petizione sottoscritta da 2500 cittadini maggiorenni di Augusta, identificabili con numero documento di identità riportato accanto alle loro firme rigorosamente autografe.
Con tale petizione si invitava il suo predecessore ad una visita di stato ad Augusta. Non era stato ancora programmata la visita successivamente avvenuta il 12 gennaio 2006.
A visita avvenuta la segreteria generale della Presidenza volle scusarsi adducendo la motivazione che la petizione era arrivata fuori tempo, quando ormai il programma della visita era stato definito. Ovviamente non era facile venire in provincia di Siracusa e parlare di territorio dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità e subito dopo venire a visitare l’altra parte del territorio della stessa provincia che potrebbe essere considerato a buon diritto “pattumiera dell’umanità”.
All’epoca già erano censiti ben 18 impianti a rischio di incidente rilevante e altri 7 erano già stati programmati. Il tutto su una delle aree già dichiarate a rischio ambientale oltre che a rischio sismico e militare.
L’unico accenno che il suo predecessore volle fare nel suo discorso su tale vicenda fu quello che riporto nelle righe seguenti.
Dal Discorso di Ciampi a Siracusa il 12 gennaio 2006.
Rinnovo a tutti voi quelle esortazioni; ben sapendo che la concertazione fra tutte le istituzioni e tutte le forze sociali ed economiche impegnate in progetti di sviluppo non è cosa semplice. Occorre fare scelte difficili, e avere il coraggio di farle, soppesandone i costi e i benefici. Ma soprattutto occorre essere convinti della utilità, della necessità del "dialogo", ed avere la forza, l'umiltà, la pazienza di praticarlo.
Bisogna conciliare, nel rispetto delle vocazioni naturali del territorio, opinioni, progetti, esigenze tra loro talvolta contrastanti: come quelle fra lo sviluppo industriale e la protezione, anch'essa necessaria ed anzi prioritaria, dell'ambiente e della salute dei cittadini. A riparare i danni e il degrado derivanti da incurie del passato bisogna provvedere con alto senso di responsabilità.
Ma nessuna provincia o regione, e certo non la provincia di Siracusa, con il suo ancor valido polo petrolchimico, può ignorare l'importanza dell'industria, e le ricadute positive che le grandi imprese hanno avuto ed hanno su tutto il tessuto produttivo ed economico del territorio.
E non hanno certo importanza secondaria agricoltura e turismo. E' giusto indirizzare sempre più l'agricoltura verso produzioni di alta qualità: è quello che, del resto, già si sta facendo, come ho potuto constatare in tutte le mie visite alle province siciliane.
CARLO AZEGLIO CIAMPI
Purtroppo, lo dico con grande rammarico, la venuta di Ciampi a Siracusa fu una grande delusione, soprattutto perché 2500 cittadini non ebbero la risposta che si aspettavano, così come il territorio che attendeva una sua visita.
Grande delusione conservo ancora nel cuore, riguardo un altro suo predecessore, Cossiga, che in occasione del terremoto del 13 dicembre 1990, non si degnò di portare la solidarietà della Nazione ai terremotati siciliani. Venne il mese dopo in Sicilia per inaugurare il tribunale di Gela, ma neanche di passaggio si fermò a visitare le tendopoli dei terremotati.
Rinnoviamo, oggi quello stesso invito alla sua persona, sperando che - nell’anno del 150° - possa trovare accoglienza.
Mi permetta però, Signor Presidente di usare dei toni forti per quest’invito, ma sono costretto a farlo in difesa della mia terra e della gente di questo territorio.
Nella E-mail che le ho inviato lo scorso 23 aprile, ho parlato di un “ANNIENTAMENTO PROGRAMMATO” della popolazione di questo territorio, ma ho valide ragioni da esporre.

Venga, Signor Presidente, a vedere anche le piccole realtà e non solo quelle dei capoluoghi;
venga, Signor Presidente, in quell’area dichiarata a rischio nel lontano 30 novembre 1990 per dirci quanto di quel decreto è stato attuato e ci spieghi perché la chiusura dell’ospedale di Augusta è un fatto ineluttabile;
venga, Signor Presidente, a parlarci dell’art. 32 della costituzione, ma dopo aver incontrato i medici del territorio di Augusta;
venga, Signor Presidente, a parlare di tutela della salute in un luogo dove l’ospedale è considerato superfluo, ma dopo aver letto l’atlante delle patologie,
venga a parlare del valore e della la tutela della vita in una terra dove una donna su due abortisce,
venga a dire una parola di conforto a quelle donne che hanno dovuto sacrificare le loro creature per non vederle nascere con gravi handicap;
venga a consolare le mogli ed i figli dei tanti morti di cancro di Augusta;
venga, Signor Presidente, a parlarci di tutela dell’ambiente e del paesaggio, ma solo dopo aver visto l’area circostante il porto di Augusta;
venga Presidente a parlare di smaltimento di rifiuti, ma solo dopo aver detto che nei fondali del porto di Augusta giacciono 18 milioni di metri cubi di fanghi tossici;
venga a mangiare il pesce al mercurio del nostro mare che si continua a vendere nell’indifferenza;
venga, Signor Presidente, a spiegarci il perché mentre l’Europa dice che “chi inquina paga” qui “chi ha inquinato non deve pagare” addirittura non è perseguibile e per di più ottiene il condono.
venga a parlare di sicurezza sul lavoro nel luogo dove si registra statisticamente un incidente ogni cinque giorni,
venga, Signor Presidente, a parlare della dignità del lavoro in un territorio dove gli incidenti vengono taciuti o minimizzati,
venga a parlare ai proprietari delle aziende del polo petrolchimico per dire loro che la vita e la salute vengono prima del profitto;
venga a parlare di lavoro ed occupazione in un luogo dove il tasso di disoccupazione è inversamente proporzionale alla ricchezza prodotta;
venga a parlare di libertà in una terra dove il ricatto occupazionale condiziona drammaticamente la vita sociale degli abitanti;
venga, Signor Presidente, a parlare di democrazia in un territorio in cui la volontà popolare evidente e plebiscitaria espressa con due referendum è stata vilipesa da istituzioni compiacenti ed asservite alle lobby economiche;
venga a parlare di sicurezza su una delle aree più sismiche del paese, ma dove una cordata di imprenditori senza scrupoli vuole realizzare per forza un rigassificatore di cui il territorio non ha alcun bisogno;
venga a vedere come ancora esistono ferite ancora aperte dal terremoto del 1990 benché siano passati due decenni,
venga a vedere una città potenzialmente ricca, ma depredata da chi vorrebbe un federalismo egoista, ladro e bugiardo;
venga a parlarci di futuro, di sviluppo, di turismo e di beni storici, artistici e culturali, ma dopo aver sostato sulle rovine di Megara Hiblaea ……….
Venga, non ci deluda, ci faccia capire che l’Italia è una!
Brucoli, 30 aprile 2011
Sac. Prisutto Palmiro

Link utili:
http://www.quirinale.it/qrnw/statico/ex-presidenti/Ciampi/dinamico/visita.asp?id=28399
http://www.quirinale.it/qrnw/statico/ex-presidenti/ciampi/dinamico/discorso.asp?id=28397
http://www.radioradicale.it/scheda/86963/87268-visita-del-presidente-della-repubblica-oscar-luigi-scalfaro-a-siracusa-presso-la-prefettura



TRASFORMIAMO LE 15.000 PRESENZE ALLA MANIFESTAZIONE
IN ALTRETTANTE LETTERE O E-MAIL DI PROTESTA






Egregio Presidente,
nel 150 anniversario dell’unità d’Italia,
con la presente la invitiamo a realizzare una visita di stato nella città di Augusta.
Nel corso di questa visita, da lei, nella qualità di garante dell’unità nazionale e dei valori e dei diritti costituzionali, vogliamo sapere se quanto sta accadendo ad Augusta e dintorni sia da ritenersi rispettoso o meno della costituzione o sia in atto una palese violazione di questi diritti, con il “programmato annientamento” della popolazione e del territorio.
Non possiamo più accettare supinamente tutto ciò che sta devastando la salute e la vita degli abitanti di questa zona, ammesso che questa parte di territorio sia terra italiana alla pari del resto d’Italia.
Augusta, 23 aprile 2011
Sac. Prisutto Palmiro
Parroco di Brucoli
Carta identità comune di Augusta
n. AJ8572587
palpri@libero.it

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IO L’HO GIA’ FATTO,
TU CHE ASPETTI?

SALVIAMO L'OSPEDALE DI AUGUSTA

ANZICHE' CHIUDERE L'OSPEDALE DI AUGUSTA CHIUDIAMO IL POLO PETROLCHIMICO CHE HA ROVINATO LA SALUTE DEGLI AUGUSTANI

http://www.youtube.com/watch?v=BWuZQllcbbI&feature=player_embedded